La storia


Tutto iniziò da un atto di generosità e dall'intuizione di un uomo buono:
Livio Fanchini


"Si, se oggi siamo qui a festeggiare i 30 anni della Cooperativa Il Ponte è perché Livio, già prima della costituzione della Cooperativa, aveva in mente di realizzare il suo progetto. La struttura dove siamo ( un ex ombrellificio messo generosamente a disposizione dalla famiglia Guidetti per un uso a favore delle persone con handicap) poteva essere ristrutturata e diventare una palestra di riabilitazione o qualcosa di simile… Livio però convinse l’Associazione ANFASS Nazionale, attraverso il braccio patrimoniale Fondazione Dopo di noi, a mantenerne le caratteristiche di luogo di lavoro perché aveva intuito che le persone disabili, per realizzarsi pienamente e ottenere dignità , avevano bisogno di lavorare e non solo di essere assistite. Successivamente la struttura fu donata dalla famiglia Guidetti alla Curia di Novara perché il Vescovo Aldo Del Monte ritenne la Cooperativa sociale voluta da Livio un segno della carità della nostra Diocesi. Con costanza, superando anche periodi difficili che hanno visto nella nostra zona molte fabbriche chiudere e trasferire le attività produttive all’estero, Livio per 24 anni è stato il motore che ha spinto la Cooperativa a diventare sul nostro territorio una risorsa per le persone disabili, per i loro familiari, per gli amministratori pubblici e per le persone impiegate nei servizi sociali. “ Avanti c’è posto ! “ e “Quel che Dio vuole non è mai troppo ! ” erano i suoi due motti. La sua vita in Cooperativa fino a 84 anni è stata spericolata, esagerata come quella nei film … ma grazie al suo esempio concreto e disinteressato la Cooperativa ancora oggi è una realtà al servizio della solidarietà.
Grazie Livio !"


(Adriano)


"A casa ho una fotografia a cui tengo in modo particolare. L’ho scattata durante una gita a Gressoney in Val d’Aosta. Raffigura il mezzobusto di un uomo, già quasi settantenne, circondato dalle montagne. E il suo sguardo fissa l’orizzonte. Ho sempre intitolato quella foto “l’uomo che vede lontano”… non che GUARDA lontano ma che VEDE lontano. E lontano ha visto quell’uomo quando, da sempre impegnato nel sociale, 31 anni fa accettò di mettersi ancora una volta in gioco e di scommettere sui meno forti, coloro sui quali il lavoro non aveva mai scommesso".

(Rossana)
 
IL PONTE IN CIFRE

Non solo parole ma numeri concreti


 
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